Questo è il mio blog personale. Ci scrivo cose belle, cose brutte e cose strane. Se i miei post offendono la vostra sensibilità o chicchessia, siete liberi di chiudere e andarvene, nessuno vi obbliga a leggere. Non ho nessuna pretesa, è solo un dannato blog personale.

giovedì 24 novembre 2011

30 Days of Myself - DAY12 - Bullet your whole day

Premettiamo che non ho mai sentito in vita mia il termine bullet inteso come verbo...Google non aiuta...facciamo finta che significhi "spara", quindi vi sparo la mia giornata di oggi, amen.


Sveglia alle 8, oggi con la prof di Storia dell'Interior Design si va tutti insieme appassionatamente al PLart di Napoli, un museo sulla plastica. In stazione alle 9 insieme ad Ernesto e Valerio (due compagni di corso), prendiamo il treno e, tra una parola e l'altra, arriviamo a Napoli alle 10.30, quando l'appuntamento al museo era alle 10.15 (e il treno sarebbe dovuto arrivare alle 10.00).
In tutto questo quel maledetto treno ERA metropolitano (arriva alla stazione di Napoli e poi scende giu in metropolitana), ma ha deciso di fermarsi alla stazione centrale. Grazie agli inservienti del treno, abbiamo appreso l'arcano e siamo corsi in metro. Siamo arrivati al portone del museo alle 11 e abbiamo passato altri 15 minuti a cercare il museo all'interno di una palazzina (TRUE STORY). Alla fine, trovato l'ingresso, delusione assurda per un museo che più che spiegare i processi di creazione della plastica, dei suoi utilizzi più fantasiosi et simila, ci propone l'ennesima rassegna di opere di arte cotemporanea buttate lì una dopo l'altra senza una targhetta, un'indicazione o nulla. Stupefacenti le due riproduzioni della faccia del sommo maestro Yoda, mi ha fatto gelare il sangue invece la riproduzione della Morte Nera apribile in una rosa confetto casa delle bambole.
Finiamo il giro del museo e vediamo dei video, tra cui quello di Novembre, designer italiano che ha fatto un enorme fiore-tunnel alla Triennale di Milano (la classica installazione piena zeppa di mille significati mistici e sull'origine dell'uomo, della religione e di sentimenti contrastanti, il tutto condito dai classici snob che dicono "oui oui, arte contemporanea yeh tropp bell tropp bell"; ma tant'è).

Dopo il museo rischiamo di prendere una multa sulla metro (non avevamo timbrato perchè dovevamo fermarci alla prima stazione dopo la nostra per mangiare), quindi ci abboffiamo ad una pizzeria piccolina e caratteristica nella zone di Montesanto (pizza fritta ftw). Poi di nuovo a Garibaldi, treno per Caserta, giro a vuoto in attesa del treno per Santa Maria e poi a casa.

Nemmeno il tempo di aprire la porta che prendo 5€, la carta Postepay e vado a ricaricarla per comprare su Steam (stanno a fare gli inattesi saldi autunnali) The Complete Oddbox (i giochi di Abe Exoddus su PSOne e i due per XBox) a soli 3.47€.

Mi metto a lavorare al PC ad un progetto che dovrei terminare per sabato mattina (speriamo), poi una capata a L.A. Noire e cena.
Mo sto al PC a fare il Curriculum Vitae per il corso di Inglese domani mattina.

ps: ho il presentimento che la lampada da tavolo della scrivania si stia per fulminare;

2 commenti:

  1. Eh. Napoli è così.
    Benvenuto nel mio mondo!

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  2. PS: Comunque sì, "Bullet" è come per l'italiano "Su, forza, spara" e "L'hai sparata grossa!", è stato importanto nell'angloamericano dagli italoamericani.
    E' comunissimo, anche resoconto ("bulletin") ha come verbo "to bullet", "fare un resoconto". Ovviamente chi non è a contatto ogni giorno con stranieri non ha modo di saperlo.
    Ti consiglio di approfondire il tuo inglese, ti servirà se vorrai finire anche tu in qualche museo del design!

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